Grazie a Arianna Catania pour reviewing my exhibition at Galerie Le Petit Espace / Paris in the Italian Huffington Post:

Boris Eldagsen scatta il “buio”. C’è un modo per scomparire completamente?

La luce è dentro ogni cosa. Può nascere dal sole e contemporaneamente dall’oscurità, esplodere da un faro e da una stella, può essere riflessa in uno specchio o custodita in una candela. Può nascondere misteri e segreti, generare sogni, trarre in inganno, svelare qualcosa di inaspettato che mai avremmo immaginato.

La luce è chiaro e scuro, bianco e nero, perché a tratti mostra a tratti nasconde. Ma c’è un modo per scomparire completamente? È quello che si è chiesto Boris Eldagsen che con le sue visioni fotografiche accompagna lo spettatore in un’altra dimensione.

«Lo spazio buio tra due stelle è esattamente il luogo del nostro inconscio, in cui l’artista ci invita a camminare, nella piena consapevolezza delle illusioni sensoriali e concettuali di quello che noi chiamiamo realtà», spiega Carine Dolek, curatrice della mostra “The poems- how to disappear completely” (fino al 9 maggio alla galleria Le petit espace di Parigi).

Questo ambiguo titolo deriva da una precisa volontà del fotografo tedesco: «Il titolo “Poem” è perché nelle mie immagini non c’è una storia, con un inizio, uno sviluppo e una fine. Ognuno che guarda fa la sua storia. Le immagini non descrivono un aspetto superficiale della realtà ma un aspetto interno che non riguarda la sfera razionale. E il sottotitolo “How to disappear completely” narra del tempo che galleggia, in cui tutto è temporaneo, e un giorno, anche la fotografia, l’arte, Michel Ange e Platone cadranno nell’oblio. Come me, il mio lavoro e voi», ironizza Boris Eldagsen.

Il fotografo tedesco ha cercato la luce e il buio per cinque anni in ogni dove, ispirato dalla notte, fotografando la luna, il mare e le donne. Talvolta costruendo le situazioni, talvolta no. Ma nei suoi scatti è difficile, se non impossibile, riuscire a distinguere la realtà dalla finzione che diventano un’unica cosa. Dall’oscurità è nata questa riflessione che nasce dalla materia stessa della fotografia, la luce, unica fonte che può arrivare a spiegare l’inconscio.